
Il progetto: origine di Quando eravamo giovani
Nella primavera del 2020, trovai nella mansarda della casa di mia nonna materna una scatola da scarpe al cui interno erano state dimenticate delle vecchie fotografie. Alcune di queste risalivano agli anni sessanta, altre, invece, erano decisamente più vecchie e sciupate. Recuperai una decina di scatti che ritraevano mio nonno Attilio, morto quando io avevo appena quattro anni, nei suoi mesi di guerra lontano da casa, tra paesaggi aridi e brulli. Mi appassionai al tema e cominciai ad approfondire la Resistenza italiana, con un occhio di riguardo per quella locale.
Riuscii a ottenere il suo foglio matricolare e, poco dopo, un documento redatto nei primi anni del dopoguerra in cui era indicata la sua formazione partigiana. Scoprii che dopo essere tornato in Italia a seguito dei fatti dell’8 settembre 1943, si unì alla divisione Modena-Montagna del celebre Armando. Il resto è storia persa nel tempo e destinata a rimanere sconosciuta.
A un certo punto, però, leggere non mi bastò più. Crebbe in me il desiderio di parlare con chi, la Resistenza, l’aveva vissuta e fatta davvero. Utilizzando un elenco con i nominativi dei partigiani modenesi redatto dall’Università di Bologna, Pagine Bianche alla mano, cominciai a telefonare. Successe qualcosa di molto prevedibile, a cui fino a quel momento avevo cercato di non pensare: la maggior parte di quei numeri di telefono (di quei nomi, di quelle storie) appartenevano a persone ormai decedute o che non erano più in grado di raccontare. Dunque ero arrivato tardi. La mia speranza era quella di raccogliere testimonianze dirette della Resistenza nel Modenese, nel tentativo di aggiungere un tassello in più all’informazione e alla divulgazione di uno dei periodi più complessi della più recente storia del nostro Paese.
Ma qualcuno rispose al telefono. Qualcuno accettò di incontrarmi. Così, armato soltanto di una fotocamera e un vecchio telefono che fungeva da microfono di riserva, cominciai le interviste. Il modus operandi che avevo messo a punto mostrò i propri limiti nei primissimi momenti della prima intervista. Per qualche ragione pensavo di dovermi guadagnare le risposte: niente di più sbagliato. In tutti i casi, mi ritrovai davanti a persone desiderose di raccontare, alcune per l’ennesima volta, la storia della propria giovinezza e della propria Resistenza. Parlavano con entusiasmo, gioia, paura e dolore di alcuni degli avvenimenti che li avevano segnati. La sensazione era che li stessero vivendo una seconda prima volta, e che io fossi là con loro.
Ho intervistato quattro persone che, chi più chi meno, chi in un modo e chi nell’altro, hanno militato dalla stessa parte – quella giusta, al di là di ogni becero tentativo da parte di certi politicanti di fare passare l’idea contraria. Nonostante le esperienze personali, così simili, così diverse, tutti e quattro gli intervistati hanno convenuto su una cosa: la guerra è stata orrenda e sanguinosa per tutti. Anche per chi un fucile scelse di non imbracciarlo. Si è sofferto, si è ucciso, si è morti. Scelte e azioni erano dettate dai tempi duri in cui si esisteva e si resisteva, da cui sarebbe stato difficile uscire vivi senza un po’ di fortuna e una buona dose di coraggio.
Dal 2020 a oggi il progetto si è arenato e ha mutato forma ben due volte. Alla fine mi sono trovato con quattro interviste totali, di partigiani combattenti e non. Soltanto quando ho cominciato a sbobinare le ore di registrazioni mi sono reso conto della sorprendente eterogeneità delle stesse: raccontavano la Resistenza in quattro modi completamente diversi. Allora ho capito che queste testimonianze non meritavano di rimanere soltanto a me, ma di essere lette, raccontate e condivise. In questi mesi in cui si parla ogni giorno di guerra e morte, credo sia più importante che mai non dimenticare quando si combatteva nelle nostre strade e le bombe cadevano sulle nostre città.
È con questo spirito che è nato Quando eravamo giovani. Mi sono dilungato fin troppo, non mi resta che augurarvi una buona lettura.
Nicolò Monti
Modena, 22 aprile 2024