
Festeggiammo con lo spumante
Testimonianza di Monti Bruno, classe 1925
Il bombardamento di cui si parla è quello del 22 giugno 1944. Quel giorno, alle ore 12,20, un gruppo di almeno venticinque bombardieri americani colpì la zona a nord della ferrovia, la Manifattura Tabacchi, via Ganaceto con Palazzo Campori, le tribune dello stadio Marzari, quelle dell’ippodromo e le vicine scuderie Branchini, dove morirono undici cavalli da corsa. Il bombardamento colpì anche il quartiere Sacca: le Fonderie Corni, la fabbrica di concimi della Montecatini, l’officina Baschieri, lo stabilimento vinicolo Chiarli e altre aziende minori. L’incursione durò soltanto otto minuti e provocò quattro morti civili: Ugo Cappi, Giuseppe Gibertini, Stefano La Grassa e Stella De Bonis. R.G. ROLANDO, Modena in guerra – Allarme bombardieri, Il Resto del Carlino, Bologna 1994, pp. 63-65; “Giorni di bombardamenti e di plotoni d’esecuzione”, «Gazzetta di Modena», consultato il 16 aprile 2024, https://gazzettadimodena.gelocal.it/tempo-libero/2017/11/30/news/giorni-di-bombardamenti-e-di-plotoni-d-esecuzione-1.16183723.
Umberto Branchini (1914-1997) fu un importante manager nella boxe professionale degli anni Sessanta e Settanta. Con ben 10 campioni del mondo e 43 campioni europei, nel 2004 è entrato a far parte della International Boxing Hall of Fame. Sito della International Boxing Hall of Fame, consultato il 15 aprile 2024. <http://www.ibhof.com/pages/about/inductees/nonparticipant/branchini.html>
Il 24 ottobre 1944, la polveriera di Soliera venne presa d’assalto dai partigiani della 65° Brigata d’Assalto Garibaldi “W. Tabacchi” in un attacco che prevedeva l’uso di mitragliatrici pesanti, fucili mitragliatori e l’aiuto di elementi militarizzati di servizio nel deposito stesso. L’uccisione di un soldato tedesco di guardia, da parte di due collaboratori, non andò secondo i piani e venne a meno l’effetto sorpresa, così come il coordinamento tra l’azione all’interno degli stabili e quella all’esterno. Nonostante ciò, i partigiani ultimarono l’assedio e ripiegarono soltanto dopo un acceso combattimento che, si ritiene, abbia lasciato a terra altri due tedeschi. M. PACADOR, L. CASALI, Lotte sociali e guerriglia in pianura, Editori Riuniti, Roma 1972, pp. 194, 326-328.
Per rappresaglia, il 25 ottobre 1944 i tedeschi catturarono i partigiani Ivo Vecchi, della Brigata “W. Tabacchi”, Divisione Modena Pianura, nome di battaglia “Nano”, che aveva partecipato all’organizzazione dell’attacco, e Triestino Franciosi, della brigata “Zoello Monari”, Divisione Modena Pianura, nome di battaglia “Scuro”. I due vennero impiccati all’ingresso dell’abitazione della famiglia Vecchi, in via Serrasina, nei pressi del fiume Secchia e del Passo dell’Uccellino. I. VACCARI, Dalla parte della libertà: i caduti modenesi nel periodo della Resistenza entro e fuori i confini della provincia. Forestieri e stranieri caduti in territorio modenese (Coop Estense, 1999), pp. 508 e seguenti.
Purtroppo non è stato possibile risalire all’episodio preciso.
Il cippo eretto nei pressi del caseificio “Omomorto”, sulla strada provinciale Soliera-Cavezzo, ricorda i partigiani vittime del terribile rastrellamento perpetrato dai soldati tedeschi e dai repubblichini nel marzo del 1945, facilitato dalle delazioni di una spia. Ricorda i partigiani Sindo Vellani, Carlo Alberto Ronchetti, Eros Veronesi, Adelmo Fantuzzi, Gino Bertani, Romolo Dugoni, Bruno Bonetti e Ornello Pederzoli. Pederzoli, nato il 22 gennaio 1925, partigiano della Brigata “Ivano”, divisione Modena Pianura, nome di battaglia “Carbone”, è stato insignito della Medaglia d’Oro alla Memoria con la seguente motivazione: “Giovanissimo, eroico combattente, partecipava alla lotta di liberazione con pura fede, mettendo in luce alte doti di altruismo e di sacrificio. Nel corso di un duro rastrellamento nemico, facilitato dalle delazioni di una spia, otteneva di poter ricercare e punire esemplarmente il traditore, pur sapendo che costui trovavasi con un forte reparto avversario. Individuati gli avversari e la spia apriva arditamente il fuoco, senza curarsi della enorme disparità di forze. Circondato a sua volta fatto segno a violenta reazione nemica, seguitava imperterrito a sparare, provocando sensibili perdite nelle file avversarie. Rimasto con una sola cartuccia, anziché tentare la fuga, preferiva rivolgere l’arma contro sé stesso sacrificando in tal modo stoicamente la sua giovane esistenza alla causa della libertà.” I. VACCARI, Dalla parte della libertà: i caduti modenesi nel periodo della Resistenza entro e fuori i confini della provincia. Forestieri e stranieri caduti in territorio modenese, Coop Estense, Santa Sofia di R. 1999, pp. 382-383.